martedì 6 marzo 2007

La storia Kavin Garnett




Kevin Garnett (nato il 19 maggio 1976 a Mauldin nel Sud Carolina), spesso chiamato KG, è un giocatore professionista di pallacanestro della NBA. È stato scelto nel 1995 dai Minnesota Timberwolves, direttamente dopo la scuola superiore: è stato il primo caso, dopo 20 anni, di un giocatore che, prima di arrivare alla categoria maggiore, non è passato dalla NCAA (il campionato statunitense di basket universitario).Ha vinto la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sydney 2000.
Garnett, con le sue grandi capacità atletiche e con la sua altezza di 2 metri e 13 centimetri, è considerato un grande rivoluzionario nel gioco della pallacanestro. Il numero 21 dei T-Wolves è l'unico cestista della storia moderna della NBA che può giocare in tutte cinque le posizioni nel campo ma ha fatto dell'ala grande il suo ruolo di forza.
Nella sua stagione da esordiente, diventa subito il condottiero della squadra di Minneapolis. Non è solo il migliore giocatore dei Timberwolves ma è anche uno dei migliori giocatori della NBA., ed è stato selezionato per l'NBA All-Star Game già alla sua seconda stagione.
Garnett è stato candidato per la MVP della lega nel 2002 e nel 2003, quando è arrivato secondo dietro a Tim Duncan, giocatore dei San Antonio Spurs. La sua annata migliore l'ha vissuta nel 2004 quando è stato nominato miglior giocatore della NBA; in quell'anno è arrivato secondo per punti segnati a partita (24,2) e primo per rimbalzi a partita (13,9).
I Timberwolves e Kevin Garnett hanno sempre avuto difficoltà nei playoff della NBA, infatti erano sempre stati eliminati ai quarti di finale. La serie si interrompe nel 2004 quando stabiliscono il loro primato nella Western Conference battendo i Denver Nuggets ai quarti e i Sacramento Kings nelle semifinali. La serie di vittorie finirà nella finale, poi persa contro i Los Angeles Lakers.
In questi playoff KG diventa il quinto giocatore nella storia della NBA a segnare più di 30 punti e prendere più di 20 rimbalzi in gara 7 di una partita. Più precisamente Garnett ha messo a segno 32 punti e ha preso 21 rimbalzi nell'ultima sfida contro Sacramento. Sam Cassell, Latrell Sprewell e Michael Olowokandi sono stati gli altri cestisti fondamentali per l'ottima stagione dei T-Wolves.

lunedì 5 marzo 2007

La storia di Dirk Nowitzki




Prosegue la ristrutturazione delle pagine piu' "anziane" del sito ed e' l'ora di mettere a nuovo anche Classe D ovvero Dirk Nowitzki... Dirk proviene dalla serie b tedesca ma gli occhi degli Scout Nba arrivano anche in queste leghe minori e fortunatamente hanno portato la sua classe ed il suo talento sotto gli occhi di tutto il mondo... In molti lo considerano come un giocatore fra i piu' versatili di tutta la Nba.. scoprite il perche' leggendo la sua storia!!
La famiglia Nowitzki, di origini polacche, e' sempre stata molto attiva nel mondo dello sport: la signora Helen, madre di Dirk, giocava a pallacanestro e disputo' anche qualche partita con la nazionale Tedesca, mentre il signor Joerg, padre di Dirk, si dedicava alla pallamano. Dirk Werner Nowitzki e' nato il 19/06/1978 a Wurzburg in Germania e con dei genitori di questo "calibro" fu attratto sin da piccolo dagli sport di squadra.
Come molti ragazzini europei si innamoro' del calcio, uno fra gli sport preferiti da Nowitzki ancora oggi, ma si cimento' anche nella pallamano e nel tennis. All'eta' di 17 anni il suo fisico esplose e nel giro di un paio di mesi arrivo' fino ai 2.01 cm di altezza. Avendo gia' provato diversi sport, perche' non provare anche il basket??
Provo' ad iscriversi nella squadra giovanile della sua citta' per capire come funzionava il gioco e vedere se gli piaceva (precedentemente non aveva mai giocato a basket in un campionato). In breve tempo si impadroni' dei fondamentali e a questi aggiunse il suo talento naturale nel gestire la palla e "leggere" il gioco. A Wurzburg ben presto si accorsero di avere un "fenomeno" tra le fila della loro squadra... Nowitzki fu chiamato a disputare i mondiale Under 22 di basket con la maglia della Germania nel 1996.
All'epoca gli occhi degli Scout Nba erano piu' attenti ai giovani talenti del loro Paese piuttosto che ai giocatori europei o comunque di campionati inferiori. Nonostante cio' erano presenti alcuni osservatori provenienti dagli Stati Uniti, i quali iniziarono ad annotarsi il nome di Dirk soprattutto quando lo videro andare in doppia cifra per 7 volte su 8 partite, con la "perla" di 34 punti e 15 rimbalzi nella finale vinta dalla Germania all'over-time.
Chiuse la stagione 96-97 a quota 19.4 punti, 6.4 rimbalzi e l'anno successivo la dirigenza del Wurzburg opto' per portarlo in prima squadra. In prima squadra, che militava nella serie B, Dirk avrebbe trovato avversari con una stazza fisica pari (se non superiore) alla sua e soprattutto con maggior esperienza. Questi fattori non influenzarono l'annata 97-98 di Nowitzki che chiuse come Miglior Giocatore del campionato e trascino' il Team dalla serie B alla Serie A. In tutto chiuse con 28.9 punti, 9.9 rimbalzi, 1 assist ed il 56.1% dal campo e il 76.3% ai liberi...
Alcune squadre Nba iniziarono ad essere sempre piu' interessate a questo giocatore Tedesco e decisero di invitarlo al Nike Hoop Summitt di San Antonio. Qua' disputo' una sola partita fra una selezione dei miglior giocatori americani contro una selezione dei miglior giocatori non-americani, Dirk concluse con 33 punti, 14 rimbalzi e 3 palle rubate... Dopo questa prestazione entro' nel mirino di buona parte dei piu' prestigiosi College Americani ma anche in quello di due squadre con scelta alta al prossimo Draft, 1998, e quindi con la possibilita' di chiamarlo: Boston e Dallas..
L'allora Coach dei Bianco-Verdi era Rick Pitino il quale, dopo aver visto le cifre collezionate in campionato e la partita disputata a San Antonio, decise di fargli un ultimo provino per testarlo personalmente prima di spendere la chiamata numero 10 dei Celtics. Rick e Dirk si incontrarono a Roma e dopo un paio d'ore trascorse in palestra, il coach di Boston usci' soddisfatto e convinto al 100% di aver trovato l'uomo del futuro per la sua franchigia.. Ma...
Ma... non era l'unico ad averlo scoperto perche' i Mavs, da sempre attenti ai giocatori di nazionalita' non americana (sono convinti che il "prossimo Micheal Jordan" nascera' da qualche altre parte ma non negli States), tenevano sotto controllo Dirk gia' da diverso tempo ed ora che tutto il mondo Nba iniziava a scoprirlo decisero di prenderlo. Dallas nel 97-98 era in piena ricostruzione e sapeva i rischi che correva nel chiamare un giocatore come Nowitzki con tanto talento ma non ancora maturo e che magari avrebbe optato per rimanere ancora un paio d'anni in Europa. Per evitare questa situazione (usare una chiamata alta al Draft per un giocatore non disponibile) architettarono uno scambio con i Bucks. I Mavs avrebbero preso Robert Traylor (allora grande prospetto dei College) al numero 6 e l'avrebbero scambiato con Milwaukee che al numero 9 avrebbe preso Nowitzki per poi girarlo ai Texani insieme a Garrity. In questo modo se Dirk voleva rimanere in Europa, a Dallas sarebbe almeno arrivato Garrity.. Il progetto ando' in porto e Nowitzki decise di passare subito alla Nba.. Mentre Boston " ripiego' " su Paul Pierce.
La stagione 1998-99 inizio' con il lock-out quindi non si fece nessuna Summer Leage, nessun training camp e le palestre delle rispettive squadre restarono chiuso a tempo indeterminato.. Nowitzki decise che avrebbe continuato a giocare in Europa per mantenersi in forma e, dopo essere stato vicino a firmare un contratto con la Virtus Bologna, torno' a Wurzburg dove aiuto' i suoi compagni nel loro primo anno in serie A. Qua disputo' 16 partite in cui tenne una media dei 22.9 punti, 8.4 rimbalzi, 3.1 assists, il 44.7% dal campo ed il 78.1% ai liberi.
Finalmente si sblocco' la situazione negli Stats e Dirk inizio' la sua avventura a Stelle e Strisce. Alcuni giorni dopo il Draft era stata indetta una conferenza stampa in casa Mavs dove Nelson disse di aver preso il miglior giocatore disponibile al Draft e che sarebbe stato rookie dell'anno... Parole a dir poco "enormi" perche' Nowitzki era solo un ragazzo ventenne e disputo' il suo anno da rookie cercando di adattarsi ai nuovi compagni di squadra, al livello degli avversari (molto piu' alto rispetto alla Serie A Tedesca) ed ai continui spostamenti per tutti gli States, quindi concluse con 8.2 punti, 3.4 rimbalzi ed 1 assists. Alcuni criticarono pesantemente Nelson e etichettarono Dirk come un "bidone".
Sia Nelson che i suoi "accusatori" sbagliarono perche' il Tedesco aveva solo bisogno di tempo per ambientarsi ai nuovi ritmi di vita... Nella stagione seguente fu convocato al All Star Game nella squadra dei "secondo anno" e viaggio' ad una media di 17.5 punti, 6.5 assists e 2.5 assits. Pero' il salto' di qualita' lo fece l'anno successivo quando con 21.8 punti, 9.2 rimbalzi, 2.1 assits, 1.23 stoppate ed il 47.4% dal campo guido' i Mavs alla post-season, dopo lunghi anni di assenza, e ribalto' un 2-0, inflitto dai Jazz, in un 3-2 arrivando sino alle Semifinali della Western Conference (dove furono eliminati dagli Spurs). Durante la stagione regolare ando' in doppia cifra per 80 volte (su 82 partite giocate) di cui 50 volte supero' quota 20 punti e 10 volte supero' i 30 punti... Venne inserito nel terzo quintetto All Nba Team e fu il primo giocatore di sempre a ricevere quest'onore in maglia Mavs...
Confermo' il suo status di Star anche nel 01-02 quando passo' dal terzo al secondo quintetto All Nba Team e fu convocato a giocare il suo primo All Star Game della Domenica. Le sue cifre parlavano di 23.4 punti, 9.9 rimbalzi e 2.4 assist e come ogni vero campione aumento' il suo rendimento nella post-season dove in 8 partite concluse con una doppia doppia di media: 28.4 punti, 13.1 rimbalzi e 2.3 assists. Insieme a Steve Nash e Micheal Finley formo' un triunvirato fra i piu' "devastanti" di tutta la Nba; i Mavs chiusero con il loro miglior record di vittorie-sconfitte di tutti i tempi (60 - 22) e non a caso il 2002-03 fu l'annata piu' redditizia per Nowitzki: 25.1 punti, 9.9 rimbalzi, 3 assists, 1.39 recuperi, e 1.03 stoppate ad incontro...
Nel 2003-04 i suoni numeri conclusivi furono di 21.8 punti, 8.7 rimbalzi e 2.7 rimbalzi. Cifre alla mano segno' 4 punti in meno rispetto all'anno precedente: se pero' si considera che in squadra erano presenti due giocatori del calibro di Walker e Jamison, entrambi uomini da 20 punti a partita, la cosa si puo' considerare normale. Classe D mostro' comunque tutta la sua versalita': nel corso della stessa partita era in grado di giocare ala grande (quando Jamison faceva da 3) ad ala piccola (quando Walker faceva da 4) e il tutto senza "pestare i piedi" ai compagni di squadra. Nei Playoffs elevo' il suo rendimento a 26.6 punti, 11.8 rimbalzi e 1.4 assists ma cio' non fu abbastanza per contrastare i Sacramento Kings che prevalsero per 4-1.
Nowitzki, partiti Jamison e Walker, torno' ad essere il Leader dei Mavs e disput' un ottima stagione regolare finendo terzo (dopo Nash e Shaquille O'Neal) nelle votazioni per l'assegnazione del premio MVP dell'anno. Le sue cifre parlavano di 26.1 punti, 9.7 rimbalzi e 3.1 assists. Nei Playoffs (23.7 punti, 10.1 rimbalzi, 3.3 assists) Dallas supero' il primo turno ma poi fu costretta ad arrendersi davanti al gioco veloce e frizzante dei Phoenix Suns guidati dall'ex-Dallas Steve Nash.
Per quanto riguarda i Playoff invece:
Punti a partita (PPG)
Rimbalzi a partita (RPG)
Assist a partita (ASG)
26.6
9
2.8
Per quanto riguarda i Playoffs:
Punti a partita (PPG)
Rimbalzi a partita (RPG)
Assist a partita (ASG)
27
11.7
2.9
Ancora una volta nelle votazioni per il premio di MVP dell'anno Dirk arriva terzo ma e' convizione (quasi) generale, almeno per quanto visto nei playoffs sino alle finals, che se il titolo di Most Valuble Player fosse finito nelle sue mani non sarebbe stato sicuramente uno sbaglio. Dirk, senza piu' il supporto di Finley (tagliato) e Nash (due volte MVP), si conferma il leader assoluto dei Mavs e nella post-season, come tutti i vari campioni, fa registrare anche un aumento di rendimento. Durante la stagione regolare, oltre 60 vittorie, Dallas e' sempre stata ad un passo da San Antonio che nelle semi-finali di Conference ha dovuto cedere il passo, per la prima volta da quando guidata da Duncan, proprio a Nowitzki. Nelle Finals contro gli Heat, probabilmente per la tensione, il suo rendimento, soprattutto nelle partite centrali della serie, ha subito un calo ma Dallas, ovviamente, crede in lui e gli ha gia' proposto un'estensione del proprio contratto.
Dirk negli anni e' diventato un giocatore "multi dimensionale" ed infatti puo' giocare in due posizioni (ala grande e ala piccola) senza nessun problema. E' dotato di un ottimo tiro frontale, dalla lunga distanza e sa giocare anche spalle a canestro... Se nelle prossime stagioni sara' movitato come MVP non ci sara' da stupirsi.
Per concludere ecco quali citazione e' riuscito gia' ad ottenere:
Inserito nel All nba Team nel 2001 - 02 - 03 - 04 -05 -06.
Nella stagione 2000 - 2001 - 2002 - 2003 - 2004 - 2005 -2006 ha partecipato al All Star Game.
E' un membro della nazione tedesca di basket dal 1996.
Nominato MVP dei Mondiali 2002.

domenica 4 marzo 2007

La storia di Steve Nash




Anno dopo anno e' andato affermandosi sempre di piu' nel mondo del Basket Nba fino a diventare uno fra i migliori Play in circolazione. E' veloce, pieno di energia, sa passare e tirare: Steve Nash!!! La sua "maturazione" e' avvenuta in Texas, ai Mavs al fianco di Nowitzki, ma la "consacrazione" e' avvenuta con i Phoenix Suns dove e' stato eletto MVP della Stagione Regolare 2004/05!!
Steve e' un ottimo giocatore ma nella sua famiglia e' quasi una tradizione essere degli sportivi professionisti: il fratello gioca a calcio ed anche il padre ci giocava professionalmente quando era piu' giovane. Proprio il calcio porto' John, padre di Nash, dal Canada a giocare nel Johannesburg in Sud Africa ed in questa terra (il 07/02/1974) nacque il piccolo Stephen John Nash (da sempre chiamato Steve al quale venne dato un passaporto Canadese).
Finita l'avventura calcistica di John tutta la famiglia torno' nella British Columbia, Canada, e qua' Steve si iscrisse alla St. Micheal Victoria High School. Tanti playmaker oggi presenti nella Nba hanno conosciuto e praticato fin da piccoli solo il basket; per Steve le cose andarono in modo diverso perche' la pallacanestro era solo uno fra i suoi sport preferiti, infatti era anche membro della squadra di Hockey e quella di calcio. Come accaduto a molti atleti facenti parte di piu' Team nella stessa High School, Nash prese la decisione di continuare a praticare solo uno sport dei tre e opto' per il basket.
Il suo ultimo anno con la maglia del St. Micheal Victoria HS fu un trionfo completo: 21.3 punti, 11.2 assists e 9.1 rimbalzi... Tripla doppia di media sfiorata!!!!! Bisogna stare attenti a dare il peso giusto a queste cifre perche' se da una parte sono sicuramente di alto livello, dall'altro si deve tenere conto del basso livello tecnico presente nel campionato della British Columbia. Il suo Coach cerco' di sponsorizzare maggiormente Steve facendo una videocassetta e spendendola ai piu' prestigi College degli States ma a quanto pare, non era realizzata molto bene e suscitava piu' ilarita' che stima verso il giocatore: appena Nash accennava a fare una finta tutti gli avversari ci cascavano e si apriva un autostrada verso il canestro... Come previsto buona parte degli Atenei piu' prestigiosi non lo considerarono nemmeno mentre Santa Clara, California, era alla disperata ricerca di un playmaker, quindi gli proposero una borsa di studio che Nash ovviamente accetto'.
Si mise subito al lavoro come playmaker della squadra e cerco' di adattarsi ai nuovi compagni, ai nuovi schemi d'attacco e al livello tecnico della NCAA molto piu' alto rispetto al campionato canadese. Nel suo anno da freshman concluse con 8.1 punti (42.4% dal campo, 40.8% da tre punti e l'82% ai liberi), 2.2 assists e 2.5 rimbalzi; una delle sue prestazioni migliori fu nel tornea della WCC dove nei 31 secondi finali della partita contro Arizona, riusci a guadagnare, e a mettere a segno, sei liberi consecutivi che portarono alla vittoria Santa Clara. Nash fu il primo giocatore di sempre a vincere il trofeo di M.V.P della manifestazione nonostante fosse un freshman.
In estate, 1993, prese parte nella squadra nazionale canadese che ottenne la medaglia d'argento alle Universidadi (perse in finale contro gli U.S.A. di Finley e Damon Stoudamire). Dopo un primo anno di questo calibro non deluse le aspettative e continuo' a crescere, da Sophomore passo' a 14.6 punti, 3.7 assists e 2.5 rimbalzi. Ma le due annate che lo "incoronarono" come uno fra i migliori giocatori di sempre dell'Ateneo, e di tutta la WCC, furono il 94-95 e il 95-96. Da Junior, 94-95, segno' 40 punti contro Gonzaga mentre contro St. Mary's chiuse con 21/21 ai liberi... Le sue cifre a fine anno parlavano di: 20.9 punti (44.4% dal campo, 45.4% da tre e 87.9% ai liberi) , 6.4 assists, 3.8 rimbalzi e venne nominato West Coast Conference Player of the Year.
Anche se fece rilevare un leggero calo nei suoi numeri da Senior venne eletto nuovamente WCC Player of The Year ed inserito nel quintetto ideale All America. Concluse con 17 punti, 6.9 rimbalzi e 3.5 rimbalzi. Fu il quarto giocatore di tutti i tempi della WCC a chiudere in testa alla classifica degli assists e dei punti segnati (l'ultimo a riuscire in questa impresa fu un certo John Stockton)... A livello di Universita' concluse come il migliore di sempre in assists (510), percentuale ai liberi (86.2%), rapporto tra tiri da 3 fatti e seganti (263-656) mentre chiuse al terzo posto come realizzatore di tutti i tempi (1.689 punti). Nel suo anno da Senior stabili' anche la miglior percentuale ai liberi mai tenuta in una singola stagione (89.4%).
Finiti i 4 anni di Universita' (all'inizio degli anni 90 se non facevi tutto il College difficilmente venivi scelto al primo giro) passo' per il Draft dove fu chiamato al numero 15 assoluto da parte dei Suns. La squadra dell'Arizona era priva di un playmaker e quindi, Nash, fu immediatamente felice pensando che gia' dal suo primo anno avrebbe avuto parecchi minuti a disposizione. La sua felicita' fece "marcia indietro" quando pochi giorni piu' tardi in una trade fra Phoenix e Dallas arrivo' nient'altro che Jason Kidd. The WizzKid prese il posto in quintetto e a Steve rimasero 10.5 minuti a disposizione (in 65 partite) dove chiuse con 3.3 punti, 2.1 assists e 1 rimbalzo.
Nel 97-98, suo secondo anno fra i pro, trovo' piu' minuti a disposizione soprattutto grazie ad uno schema di attacco disegnato da coach Danny Ainge che prevedeva l'uso di Kidd playmaker e Steve Nash guardia. Nonostante fu titolare solo in 9 partita ne disputo' complessivamente 76 giocando 21.9 minuti e chiudendo con 9.1 punti, 2.1 rimbalzi e 3.4 assists.
D'accordo con i Suns decise di entrare in una trade che l'avrebbe portato a Dallas dove sarebbe stato playamaker titolare. Lo scambio vedeva Nash andare in Texas per Martin Muursepp, Bubba Wells e i diritti di Pat Garrity. Nel 98-99, la stagione del Lock-out, arrivo' anche Nowitzki dal Draft e Coach Nelson presento' la coppia Nowitzki-Nash come le basi per il futuro della franchigia. A dire la verita' stava correndo troppo perche' Nash non aveva mai guidato una squadra come titolare e tante volte finiva per buttare via la palla in modo stupido oppure non teneva il ritmo degli avversari piu' esperti di lui. Al termine della sua prima annata fu criticato pesantemente perche' nonostante l'incremento dei suoi minuti (da 21.9 a 31.7) nelle sue 40 partite (40 volte titolare) scese a 7.9 punti, fece registrare la sua piu' bassa, per ora, percentuale dal campo (36.3%) ed aumentarono i falli (2.5) e le palle perse (2.8)...
Deciso a riscattarsi nel 1999-00 fu fermato da un infortunio alla caviglia che lo costrinse a stare fuori per un totale di 26 partite. I risultati della squadra iniziarono ad andare meglio (il trio Nash, Nowitizki e Finley iniziava a conoscersi sempre di piu') ma Steve chiuse ancora una volta in singola cifra: 8.6 punti, 4.9 assists, 2.2 rimbalzi. Miglioro' la percentuale dal campo toccando il 47.7% ma gli assists scesero rispetto all'anno precedente. Ancora una volta fu criticato dalla stampa ed alcuni iniziarono addirittura ad etichettarlo come un "bidone". La dirigenza (un po' per calmare le acque e un po' per precauzione) firmo' un altro playmaker di back-up: Howard Eisley.
Nell'estate del 2000 Steve disputo' le olimpiadi con la maglia del Canada ed anche se non vinse la medaglia d'oro, come fecero i suoi colleghi americani, chiuse con cifre migliori di Payton, Kidd e Hardaway. Un segnale positivo? Si direbbe proprio di si e lo confermo' nella seguente stagione dove l'acquisto di Eisley fu inutile perche' Nash ora conosceva i compagni, si sentiva sicuro, sapeva quando passare e quando tirare... Il tutto si tradusse con: 15.6 punti, 7.3 assists, 3.2 rimbalzi ed 1.03 recuperi a serata. Nei play-offs Dallas ribalto' un 2-0 inflitto dai Jazz in un 3-2 ed arrivo' sino al secondo turno (eliminati dagli Spurs). Nash era diventato non solo un ottimo giocatore del Texas ma dell'intera Nba.
La sua crescita continuo' nei due anni successivi ed entrambe le volte (2002-2003) venne chiamato a prendere parte al All Star Game e fu inserito nel terzo quintetto ideale "All Nba Team". Nella miglior stagione mai disputata da Dallas (60 vittorie - 22 sconfitte), 02-03, Nash chiuse a quota: 17.7 punti, 7.3 assists, 2.9 rimbalzi, 1.09 recuperi, il 90.9% dai liberi, il 46.5% dal campo ed il 41.3% dalla linea dei tre punti.
Nel 2003/04 i suoi assists salirino a quota 8.8 ai quali aggiungeva 3 rimbalzi e 14.5 punti a partita. L'aumento dei passaggi, e la diminuzioni della media punti (quasi 3) a partita fu causato dalla presenza di molte "bocche di fuoco" nella squadra: oltre ai "soliti" Nowitizki e Finley, i Mavs potevano contare anche su Walker e Jamison ovvero altri due uomini da 20 punti a partita. In estate divenne free-agent e chiese a Cuban, owner della franchigia Texana, il massimo salariale ma quest'ultimo, considerata anche l'eta del Canadase (gia' oltre i 30 anni), gli rispose di no... Cosi' Nash torno' dove tutto ero iniziato: a Phoenix...
Nel 2004/05 Nash (15.5 punti, 3.3 rimbalzi, 11.5 assists) concluse come il miglior assists-man di tutta la lega e cambio' il volto dei Phoenix Suns. Nessuno si aspettava un suo impatto cosi' forte sulla franchigia dell'Arizona che compilo' una stagione da 60 vittorie e ragginse le Finali della Western Conference. Steve, che come tutti i campioni incremento' il proprio rendimento nei playoffs (23.9 punti, 4.8 rimbalzi, 11.3 assists), venne ripagato con il titolo di Most Valuble Player (miglior giocatore) di tutta la Nba. Merito di questo trionfo fu anche la presenza di Mike D'Antoni (nominato coach dell'anno) che imposto' un gioco fatto di velocita' e contropiede sfruttando cosi' le principali carattersitiche di Nash.
Vediamo come ha concluso il 2005/06:
Punti a partita (PPG)
Rimbalzi a partita (RPG)
Assist a partita (ASG)
18.5
4.2
10.5
Nei Play-Offs:
Punti a partita (PPG)
Rimbalzi a partita (RPG)
Assist a partita (ASG)
20.4
3.7
10.2
Alle porte di questa stagione Amare Stoudamire, il terminale offensivo principale dei Suns, giocatore da oltre 30 punti, si fece operare al ginocchio facendo nascere l'idea che Phoenix avrebbe vissuto un'annata molto difficile. Nash, come D'Antoni, non si fece spaventare dalla situazione e scese in campo piu' determinato che mai a giustificare il fatto di essere stato nominato MVP del 04/05. Il numero 13 dei Suns ha terminato il 2005/06 facendo stabilire il suo carrer-high di punti (18.8), rimbalzi (4.2), minuti giocati (35.5), percentuale dal campo (51.2%) e percentuale dalla linea dei liberi (92.1%). A tutto cio’, il giocatore di origine Canadese, aggiunge 10.5 assists (migliore assists-man della lega) per aiutare sei dei suoi compagni di squadra a scrivere il proprio massimo in carriera per punti segnati in una singola stagione. Questi numeri gli hanno permesso di replicarsi come Most Valuable Player della stagione regolare. Steve si unisce a Magic Johnson come unico playmaker nella storia dell’Nba a ricevere piu’ di un MVP e diventa il nono giocatore di sempre a concretizzare l’impresa di ripetersi come vincitore di questo premio per due anni di fila. Nash rispetto all’anno precedente segna 3.3 punti in piu’ ed e’ da sottolineare che solo Larry Bird riusci’ ad ottenere due titoli MVP consecutivi con una differenza maggiore di punti fra una stagione e l’altra (il leder dei Boston, nel 1984-85, fece registrare un incremento di 4.5 punti). Il canadese per il quinto anno di fila fa parte della squadra NBA con la piu’ alta media punti e questo gli permette di arrivare alla pari con Alex English e Dan Issell che, nel periodo dal 1980 al 1985, furono i primi a riuscire in tale impresa. I suns nei playoffs hanno passato due turni in 7 partite (Lakers e Clippers) ma contro i Mavs hanno pagato l'assenza di centri e ali grandi di peso da contrappore a Nowitzki,
Attualmente penso nessuno non lo includerebbe nella Top Ten dei migliori PlayMaker in circolazione nell'Nba. Per concludere vediamo quale citazioni e' riuscito ad ottenere:
Inserito nel primo quintetto All NBA Team del 2005.
Inserito nel primo quintetto All Nba Team del 2006.
Nominato M.V.P. della stagione regolare 2004/05.
Nominato M.V.P. della stagione regolare 2005/06.
Miglior assists man del 2004/05 (11.5).
Miglior assists man del 2005/06 (10.3).
Inserito nel terzo All nba Team nel 2002 e nel 2003.
Nella stagione 1996-97 ha partecipato al All Star Game dei Rookie.
Nella stagione 2002-03 ha partecipato al All Star Game.
Nella stagione 2003-04 ha partecipato al All Star Game.
Nella stagione 2004-05 ha partecipato al All Star Game.
Nella stagione 2005-06 ha partecipato al All Star Game.
Ha vinto l'argento alle Olimpiadi delle Universita' nel 1996.
Ed ora non vi resta che passare alla nuova galleria di immagini dove troverete tante foto e qualche cuoriosita' su Steve e la sua famiglia!!

sabato 3 marzo 2007

La storia di Tim Duncan




Timothy Theodore Duncan (Saint Croix, 25 aprile 1976) è un cestista originario delle Isole Vergini, ma con cittadinanza statunitense, che gioca nella NBA nel ruolo di centro. Alto 211cm, ha un peso-forma di 118kg.
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Biografia
Da piccolo pratica il nuoto, sotto la supervisione di sua madre, e a 14 anni è considerato uno degli atleti più promettenti sui 400 metri stile libero.
La preparazione per le Olimpiadi di Barcellona 1992 continua senza problemi fino a quando, nel 1989, l'uragano Hugo devasta completamente la città, scoperchiando la piscina. Una delle poche "infrastrutture" salvatasi dalla furia distruttrice dell'uragano è un modesto canestro di un suo vicino di casa. Qui, Tim, può sfogarsi, dimenticandosi dei problemi che affliggono la sua famiglia (sua madre, infatti, era malata terminale di cancro).
Innamoratosi della pallacanestro, decide di aggregarsi alla rappresentativa locale che, nel periodo estivo, affronta alcune squadre dell'NCAA. La fortuna vuole che durante una di queste partite, non sapendo come fermare Alonzo Mourning, i responsabili della sua squadra decidano di farlo marcare proprio a Tim, il quale si esibisce in una serie di giocate difensive che annichiliscono Mourning.
Dopo la sfida molti talent scout accorsero a vedere il nuovo fenomeno e fra tutte le università sceglie la Wake Forest University, dove nel corso dei quattro anni diventa un giocatore dominante. É il primo nella storia dell'NCAA a superare i 1500 punti, 1000 rimbalzi, 400 stoppate e 200 assist.
Viene poi preso a sorpresa dai San Antonio Spurs come prima scelta assoluta al draft NBA del 1997. La sorpresa fu dovuta al fatto che alla lottery i favoritissimi per la prima scelta erano i Boston Celtics, tanto che oramai i giornali parlavano del caraibico come il prescelto per risollevare le sorti di una franchigia storica allo sbando da alcuni anni. Duncan non era affatto contento della prospettiva di andare ai Celtics. Temeva sia il rigido clima di Boston, sia le forti pressioni dei media. Con un gran colpo di fortuna, invece, la franchigia texana degli Spurs viene pescata alla lottery, aggiudicandosi il numero 1. La dirigenza degli speroni senza alcun dubbio sceglie Tim.
Nella NBA si mette subito in mostra vincendo il premio come matricola dell'anno nella stagione 1997-98 ottenendo 113 preferenze su 116. L'anno seguente conduce, assieme a David Robinson, i San Antonio Spurs al titolo NBA, e si aggiudica anche il premio di MVP delle finali. Nella stagione 2001-02 vince l'NBA Most Valuable Player Award, premio che vince anche nella stagione seguente, in cui guida per la seconda volta i San Antonio Spurs al titolo NBA, e in cui è anche il miglior giocatore delle finali. Nella stagione 2004-2005 vince il terzo titolo, aggiudicandosi anche il premio di miglior giocatore delle finali con una media di 20,6 punti e 14 rimbalzi.
Ha fatto parte della nazionale statunitense di pallacanestro che ha conquistato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Faceva parte della selezione americana che poi vinse l'oro alle Olimpiadi di Sydney 2000, ma un infortunio gli precluse la possibilità di partecipare alle fasi finali.
Dal 2001 è sposato con Amy.
Caratteristiche
Duncan è già considerato uno dei migliori giocatori della NBA: agli imponenti mezzi fisici ed atletici, al forte temperamento che gli permette di essere decisivo nei momenti importanti delle partite, unisce fondamentali e doti tecniche eccezionali che, soprattutto nel basket moderno, rappresentano merce più che rara nelle posizioni di centro e ala. Il suo caratteristico tiro prevede l'appoggio della palla al tabellone anche da notevole distanza.
Proprio per le sue incredibili doti tecniche è soprannominato Big Fundamental e The Teacher. Non ama molto apparire in pubblico e cerca in ogni modo di proteggere la sua privacy.
Statistiche
Finora nella NBA ha mantanuto una media di 22,5 punti e 12,2 rimbalzi e 2,50 stoppate. Nei play-off conta 23,8 punti 13,0 rimbalzi e 2,79 stoppate. Il massimo punteggio realizzato in una partita è 53 (contro i Dallas Mavericks) mentre ha un record di 25 rimbalzi in una sola partita (contro i Miami Heat)
Palmares
3 Titoli NBA: 1999, 2003, 2005
2 Premio NBA miglior giocatore dell'anno: 2002, 2003
3 Premio NBA miglior giocatore delle finali: 1999, 2003, 2005
1 Premio NBA matricola dell'anno: 1998
7 partecipazioni all'NBA All-Star Game (MVP nel 2000)
8 volte nel miglior quintetto stagionale
1 volta nel secondo miglior quintetto stagionale
6 volte nel primo quintetto difensivo stagionale
1 volta nel secondo quintetto difensivo stagionale
Medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004.

venerdì 2 marzo 2007

La storia di Jason Kidd




Jason Frederick Kidd (Oakland, California, 23 marzo 1973) è un cestista statunitense. È considerato uno dei migliori giocatori della NBA e uno dei più grandi playmaker di tutti i tempi.
Dopo due anni da protagonista alla University of California at Berkeley, viene selezionato al numero 2 del Draft 1994 dai Dallas Mavericks. Nel corso della sua prima stagione in NBA, alla fine della quale verrà nominato co-rookie of the year (insieme a Grant Hill), conduce i Mavs a quota 36 vittorie, contro le 13 dell'anno precedente. Dopo due anni a Dallas, nel corso della stagione 1996-97 viene ceduto ai Phoenix Suns. Nei suoi cinque anni ai Suns disputa sempre i playoff, vincendo la classifica degli assist per tre stagioni consecutive dal 1999 al 2001. Al termine di questa stagione, viene ceduto ai New Jersey Nets in cambio di Stephon Marbury. Sotto la sua guida, i Nets passano dalle 26 vittorie del 2001 alle 52 del 2002, con una stagione stellare di Kidd, che porta i Nets fino alle finali NBA, poi perse contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O'Neal e Kobe Bryant. Kidd arriverà al secondo posto nella classifica per l'MVP della NBA, preceduto solamente da Tim Duncan. Nella stagione seguente, Kidd e i Nets arriveranno nuovamente alle finali NBA, perse questa volta con i San Antonio Spurs. Jason vince nuovamente la classifica degli assist, impresa che ripeterà anche l'anno successivo. Milita tuttora nei New Jersey Nets.
Nel 2000 fu uno dei componenti della nazionale statunitense che vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sydney.
Record Personali
È stato convocato per sette volte all'All-Star Game.
É stato inserito per cinque volte nel primo quintetto NBA: 1999, 2000, 2001, 2002, 2004.
É stato inserito per quattro volte nel primo quintetto difensivo: 1999, 2001, 2002, 2006.

giovedì 1 marzo 2007

La storia di Lebron James




LeBron Raymone James (nato ad Akron il 30 dicembre 1984), cestista statunitense; è uno dei migliori talenti del campionato di pallacanestro NBA, e uno dei più forti giocatori al mondo.
Guardia tiratrice di 203 cm. per 108,9 kg., viene regolarmente soprannominato King James e LBJ dalla stampa sportiva. Grandi doti di leader, è un atleta puro dotato di una completezza tecnica incredibile e un'indiscutibile abilità nei passaggi no-look. Tra le superstar dell'NBA è una delle più altruista (6.6 assist di media in carriera).
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Biografia
James LeBron è nato il 30 dicembre 1984 e ha passato la sua infanzia nel ghetto di Akron, in Ohio. È stato cresciuto solamente da un genitore, sua madre Gloria, e spesso, per difficoltà economiche, si trovavano senza casa e a vivere presso degli amici.
L'esordio nella high school
LeBron entra nel 1999 nella squadra della sua scuola superiore, la St. Vincent-St. Mary High School. Con 27 punti e 3.0 rimbalzi di media nel suo primo anno, guida la squadra a un record di 13 vittorie e nessuna sconfitta, concludendo la stagione 1999-2000 con il titolo Ohio State Division III. Nel suo secondo anno, LeBron guida la squadra al secondo campionato vinto, guadagnando inoltre il titolo di Mr. Basketball for Ohio, grazie a una media stagionale di oltre 25 punti, 7 rimbalzi e quasi 6 assist a partita. È qui che comincia la leggenda di LeBron James: pur essendo ancora un ragazzino del liceo, si spostano per ogni sua partita 16.000 persone in media, costringendo la sua scuola a chiedere l'utilizzo del palazzetto dell'università più vicina. La televisione americana ESPN fa conoscere King James in tutto il mondo quando, all'inizio del 2003, trasmette una partita di SVSM contro Oak Hill Academy (dove fino alla stagione 2001-2002 militava l'altro giovane fenomeno Carmelo Anthony). La diretta della partita ottiene uno share storico, secondo solo al comeback di Michael Jordan. Conclude la quarta stagione (coronata col terzo titolo) con oltre 31 punti e 9 rimbalzi di media. Neanche diciottenne, gli viene offerto un contratto di nove milioni di dollari per giocare in Italia (quest'ultima affermazione è priva di ogni fondamento). Partecipa a degli allenamenti con il team dei Cleveland Cavaliers, che vengono per questo multati. Ma la fortuna assiste la squadra dell'Ohio quando ottiene la prima scelta assoluta alla "lotteria" del draft NBA 2003.
Carriera NBA
Senza alcuna sorpresa, James viene selezionato come prima scelta assoluta al primo giro del draft NBA del 2003. Gioca 79 partite (ne salta solo 3 per un infortunio alla caviglia) della stagione 2003-2004, realizzando medie di 20.9 punti, 5.5 rimbalzi e 5.9 assist a partita. Diventa così la terza matricola che sia riuscita a realizzare almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist di media al primo anno (dopo Oscar Robertson e Michael Jordan), e viene premiato con il "NBA Rookie of the Year Award". I Cleveland Cavaliers chiudono la stagione con un record di 35 vittorie e 47 sconfitte, non riuscendo a qualificarsi per i playoffs, ma mostrando un netto segno di miglioramento generale con l'innesto del giovane James.
La stagione 2004-2005 si rivela una delusione per i Cleveland Cavaliers, che non riescono a qualificarsi per i playoffs. LeBron James gioca 80 partite, migliorando in quasi tutte le categorie statistiche: 27.2 punti, 7.4 rimbalzi e 7.2 assist di media.
Il 2005-2006 si rivela molto positivo per James, che segna oltre 30 punti a partita e tiene la sua squadra in corsa per un posto alla post-season e guida i Cavaliers fino al secondo turno (primo turno passato segnando 35.7 punti di media) perdendo poi contro i vicecampioni del 2004-2005, i Detroit Pistons per 4-3. Nel corso dell'annata 2005 stabilisce il suo career-high di punti: 56 punti a casa propria contro i Toronto Raptors.
Carriera olimpica
Ha partecipato alle Olimpiadi di Atene 2004 nella selezione del Dream Team USA, che si è piazzato terzo nel torneo alle spalle di Argentina e Italia.
Statistiche e cifre
I trofei, le cifre e i riconoscimenti
NBA Rookie of the Year Award: 2004
Convocazioni NBA All-Star Game: 2005, 2006, 2007
MVP dell'NBA All-Star Game 2006 (il più giovane della storia)
Il giocatore più giovane della storia a ricevere il titolo di matricola dell'anno
Terzo rookie della storia NBA a registrare almeno 20 punti, 5 rimbalzi e 5 assist per partita
All-NBA Second Team 2004-2005
All-NBA First Team 2005-2006 (il più giovane della storia ad essere incluso nel primo quintetto)
Quarto giocatore nella storia NBA ad accumulare almeno 31 punti, 7 rimbalzi e 6 assist di media per un intera stagione (31.4, 7.0, 6.6)
Alla partita di debutto nei playoff ha collezionato una tripla doppia (32, 11, 11); prima di lui solo Johnny McCarthy e Magic Johnson erano riusciti a farne una al debutto nei playoff.

mercoledì 28 febbraio 2007

La storia di V ince Carter




Vincent Lamar Carter (nato il 26 gennaio 1977 a Daytona Beach, Florida) è un giocatore di basket della NBA, attualmente ai New Jersey Nets. È il cugino di un'altra stella della NBA, Tracy McGrady.
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Biografia
Carriera NBA
L'incredibile carriera di Vince ha inizio nella Mainland High School dove gioca per i bucs, venendo subito notato dai maggiori college per le sue incredibili doti atletiche.La schiacciata diventa il pezzo forte nel repertorio di Vince, permettendogli di conquistare la simpatia di migliaia di tifosi e al tempo stesso di attirare l'interesse di numerose squadre NBA.
Ha frequentato la University of North Carolina per tre anni, poi viene pescato con la quinta scelta assoluta al Draft del 1998 dai Golden State Warriors e immediatamente scambiato con i Toronto Raptors per i diritti di Antawn Jamison.
Da quando diventa un giocatore dei Raptors sorprende i fan di Toronto con spettacolari schiacciate e nel 2000 vince la Slam Dunk Competition dell'All-Star Game. La sua abilità nelle schiacciate dà subito vita a paragoni con MIchael "Air" Jordan, e gli valgono i soprannomi di "Air Canada" e "Vinsanity" (gioco di parole tra il nome Vince e insanity, con riferimento all'entusiasmo che provoca nei tifosi). Shaquille O'Neal lo chiamerà invece scherzosamente "Half man - half amazing", "metà uomo - metà meraviglia". Vince facilmente il Premio NBA matricola dell'anno nella stagione 1998-99, con 18.3 punti di media. L'anno successivo Carter viene scelto per partecipare all'All-Star Game per la prima volta, ottenendo il record di voti ricevuti dal pubblico, e da allora li disputa ogni anno.
Nel 2000 gioca nel Dream Team vincendo le Olimpiadi. La stagione successiva segna 27.6 punti di media, ma cominciano i suoi problemi alle ginocchia che gli faranno saltare 61 partite nelle due stagioni successive. Chiude il 2002 con 24.7 punti a partita, il 2003 con 20.6. Nella stagione 2003-04, Carter segna di media 22.5 punti, prende 4.8 rimbalzi e 4.8 assist. In questo periodo i Raptors si qualificheranno sempre per i playoffs, ma non raggiungono in nessuna occasione le finali di Conference.
Nel dicembre del 2004, i Raptors, con i quali è in rotta da lungo tempo, lo cedono ai New Jersey Nets nel corso di un complesso scambio di giocatori tra le due franchigie. Dopo il trasferimento a New Jersey Vince sembra "rinato" dopo che negli ultimi tempi aveva dato la sensazione di essere un giocatore in declino. Rivitalizzato dal nuovo ambiente Carter mostra di nuovo il meglio del suo repertorio trascinando i New Jersey Nets ai playoff (finendo però la corsa già al primo turno contro Miami) dopo aver concluso la stagione 2004-2005 con un'autentica rimonta mettendo insieme un totale di 24.5 punti, 5.2 rimbalzi e 4.2 assist a partita.
Statistiche e cifre
I trofei, le cifre e i riconoscimenti
1 oro olimpico: 2000
1 "NBA Rookie of the Year Award": 1999
1 "Slam Dunk Contest" (gara delle schiacciate): 2000
Convocazioni NBA All-Star Game: 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, 2005 2006
Record personali
Il suo massimo di punti segnati in una gara è il 27 febbraio del 2000 quando, contro i Phoenix Suns mette a segno 51 punti. Lo stesso record l'ha ottenuto il 23 dicembre 2005 a Miami contro gli Heat. Sicuramente Vince Carter è uno dei più entusiasmanti giocatori di basket nella storia anche se molti addetti ai lavori ne criticano l'atteggimento viziato e la poca attitudine difensiva.

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